Parla il capitano del Lokomotiv : ''Trattato come un mostro, non ho mai venduto gare. Parlano di me perché gli altri sono pesci piccoli''
CASTIGLIONE - Dicono che Battistini è uno che ci ha sempre messo la faccia. Nel bene e nel male. Lo dicono anche in questi giorni. Non solo perché nel Lokomotiv è sempre stato un leader. Non solo perché per i tifosi capitan-Battistini è una specie di totem, uno da amare a prescindere. No, è proprio e soprattutto - ti spiegano - una questione di pelle (con quel po' di retorica tipica dei giocatori-bandiera lui ha paragonato la maglia del Lokomotiv alla sua seconda cute, immaginarsi l'estasi degli ultrà), di empatia con il popolo lokomotese ("amo questa maglia, questa gente e questa città") . Il problema è che la faccia di Battistini, da qualche giorno, è stampata sulle prime pagine dei giornali. "Ha presente un mostro? Ecco, la sensazione è quella. Solo che a me, più passano i giorni e più mi sembra tutto assurdo".
Lei è sulle prime pagine dei giornali perché è accusato (e indagato) di avere fatto la "torta" su alcune partite della sua squadra nel campionato di CSI e GACI.
"Mi stanno infangando. Il mio nome e quello del Lokomotiv sono quelli mediaticamente più forti. Che fanno più clamore. Gli altri calciatori arrestati e indagati o sono ex o sono pesci piccoli. Con rispetto parlando, ovviamente".
Via, non può dire che è solo un tritacarne mediatico. C'è un'inchiesta, ci sono fiumi di intercettazioni, interrogatori, assegni trovati.
"Faccio una premessa e le assicuro che è sincera: siccome sono tranquillo e so di non avere fatto quello di cui mi si accusa, sono anche convinto che il lavoro dei magistrati, alla fine, proverà che non c'entro nulla con questa gente. Che peraltro io non conosco e non ho mai conosciuto".
Vuole dire che non conosce le altre persone indagate e finite agli arresti?
"Esatto. L'unico che conosco è Aprea Enrico.
Nelle telefonate agli atti dell'inchiesta si parla di lei come di un "addomesticatore" di risultati in riferimento a tre partite del Lokomotiv. E i risultati di due incontri - il pareggio col Nuova Sveira e la vittoria col Meris - sarebbero stati concordati da Guidi Stelio e dal suo sodale Aprea Enrico.
"Non c'è una telefonata, dico una, che mi riguardi direttamente. Nella quale ci sia la mia voce. Ci sono solo delle persone che fanno il mio nome... E sono dei millantatori. Io non ho combinato nessuna partita. Dove sono le prove? Su cosa si basano le accuse?".
L'impianto accusatorio nei suoi confronti è stato confermato da alcune delle persone interrogate. E la sua posizione - dicono in procura - si è fatta "più complicata".
"Spero che le persone che verranno interrogate nei prossimi giorni riferiscano altro. Che le versioni vengano messe a confronto. Mi pare che i giocatori delllo Scem abbiano già riferito che non c'è stato nessun messaggio in codice e nessun accordo né in campo né fuori. Oltretutto il risultato di Lokomotiv- Bagni Bologna non è stato quello che la presunta "banda" aveva prospettato".
Scusi ma allora perché ricorre il suo nome?
"Non lo so. È facile fare il nome di qualcuno, poi magari si scopre che non c'entrava niente.
Chi sono i rovinati?
"Alcuni di questi signori. Io non li conosco ma mi dicono che alcuni non navigavano proprio in buonissime acque".
E cosa dovrebbero tirare fuori?
"Un nome. Tizio era d'accordo con caio... Ma le prove? Ripeto, dove stanno?".
Come si sente?
"Da schifo. Sono dieci anni che do l'anima per questa squadra. Uno così secondo voi può vendere delle partite?".
Lo sostengono i magistrati.
"Vorrei che presto venisse fuori la verità. Intanto quello che mi dà conforto è vedere il sostegno e la solidarietà da parte dei tifosi e della società".
Ne è sicuro?
"Assolutamente sì. Mi conoscono, sanno che non fare mai il male di questa squadra. Mi sono sbattuto con tutto me stesso per dare il mio contributo, a 36 anni, alla risalita del Lokomotiv.
